IRAN - La Svezia rinuncia a processare due sospetti agenti segreti iraniani

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14 Marzo 2022 :

La Svezia rinuncia a processare due sospetti agenti segreti iraniani
Il 10 marzo la Svezia, invece di metterli sotto processo, ha espulso verso l’Iran due presunti agenti iraniani sospettati di preparare attentati terroristici. Secondo i documenti visionati da Iran International, le vere identità dei due sospettati erano Fereshteh Sanai-Fari (donna) e Mehdi Ramezani (uomo), che erano entrati in Svezia con i nomi falsi, rispettivamente, di Salma Khormai e Javad Malekshahi.
I due, entrati in Svezia senza alcun documento nel 2015 come durante il grande flusso di rifugiati in Europa, avevano affermato di essere afgani, e mentito sulla loro età.
Le agenzie di sicurezza svedesi hanno arrestato i 2 nell'aprile 2021, ma non hanno mai rivelato i dettagli di ciò di cui erano sospettati. Di certo si sa solo che hanno mentito durante le udienze per ottenere lo status di rifugiati, e che sono stati sospettati di aver costituito una “cellula dormiente” dei servizi segreti iraniani, in attesa di essere impiegati per compiere attentati.
Secondo un rapporto di IranWire, il vice procuratore capo svedese Hans Ihrman ha dichiarato giovedì che i due sono stati rimpatriati in Iran perché l'ufficio del pubblico ministero non aveva ricevuto i documenti necessari dalle agenzie di sicurezza per accusarli.
Anche gli Stati Uniti volevano i sospetti ma, secondo Ihrman, la richiesta di estradare i due non era arrivata in tempo prima del loro rimpatrio in Iran.
IranWire ha citato una fonte anonima affermando che "Sembra che la polizia di sicurezza non abbia fornito tutte le informazioni e i documenti al pubblico ministero, che, senza prove materiali, non poteva incriminarli. L'unica opzione che rimaneva al pubblico ministero era di chiedere l'archiviazione del caso."
Il servizio di sicurezza svedese ha affermato di ritenere che i due dovessero essere impiegati dalla Repubblica islamica per compiere un atto terroristico contro dissidenti iraniani, probabilmente cittadini statunitensi. I servizi svedesi non hanno fornito ulteriori informazioni su quelle che si ritiene avrebbero dovuto essere le vittime dell’attentato.
Il giornalista finlandese Kambiz Ghafouri ha detto a Iran International che la Svezia probabilmente li ha espulsi perché è già troppo impegnata con processi di casi simili come Hamid Noury (Nouri) e i fratelli Kia, e non vuole di più tensioni nei suoi rapporti con Teheran.
La Svezia è coinvolta in un altro caso relativo all'Iran. Ghafouri ha affermato che la Repubblica islamica ha legato il destino del medico iraniano-svedese Ahmadreza Djalali (Jalali) – arrestato nel 2016 dai servizi segreti iraniani con vaghe accuse di spionaggio in favore di Israele e condannato a morte il 21 ottobre 2017 – all'estradizione del diplomatico iraniano Asadollah Asadi – arrestato nel 2018 per il fallito attentato a un'assemblea del gruppo di opposizione Mujahedin-e Khalq (MEK) vicino a Parigi.
C'è anche il caso di Stephen Kevin Gilbert e Simon Kasper Brown, due cittadini svedesi accusati di traffico di droga in Iran che la Repubblica islamica vuole utilizzare in uno scambio di prigionieri per riavere Hamid Nouri.
Nouri è stato arrestato nel novembre 2019 mentre era in visita in Svezia e accusato di crimini di guerra per il suo ruolo nelle note esecuzioni di massa del 1988, nel corso delle quali si stima circa 30.000 detenuti politici furono fucilati e gettati nelle fosse comuni. Nouri è ritenuto corresponsabile di 5.000 i queste esecuzioni.
Un altro caso pendente tra Iran e Svezia è quello dei fratelli Kia. Peyman Kia, ora 41enne ed ex capo della polizia di sicurezza svedese, e suo fratello Payam sono stati arrestati alla fine del 2021 in Svezia con l’accusa di spionaggio.
La Svezia ha una vasta comunità iraniana composta da esuli e rifugiati politici iraniani, molti dei quali sono attivisti anti-regime e difensori dei diritti umani.

Sweden Deported Two Iranians For Suspected Role In A Terrorist Plot (iranintl.com)

 

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