RDC: DUE WHISTLEBLOWERS CONDANNATI A MORTE IN CONTUMACIA NEL 2020

Gradi Koko Lobanga e Navy Malela

08 Marzo 2021 :

Due whistleblowers (informatori), Gradi Koko Lobanga e Navy Malela, nel settembre 2020 sono stati condannati a morte in contumacia da un tribunale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), ha comunicato l’organizzazione PPLAAF il 4 marzo 2021.
Una sentenza che sarebbe stata emessa per aver denunciato la Afriland First Bank, che a sua volta ha sporto denuncia contro i suoi due ex dipendenti - accusandoli di “furto di documenti, violazione del segreto bancario, falsificazione e uso di falsi, denunce calunniose, tutto in una banda organizzata."
L'annuncio delle condanne a morte ha suscitato indignazione da parte delle organizzazioni anti-corruzione.
A protezione dei due condannati che ora sono in esilio in Europa con le loro famiglie, la Piattaforma per la Protezione degli Informatori in Africa (PPLAAF) ha rilasciato una dichiarazione in cui denuncia le condanne emesse al termine di un processo farsa svolto in loro assenza.
Anche "Il Congo non è in vendita" (CNPAV), una rete di 14 organizzazioni, ha rilasciato una dichiarazione pubblica a difesa dei due uomini: "È oltraggioso che due persone che hanno lavorato coraggiosamente per l'interesse comune, siano stati condannati a morte, senza nemmeno avere l'opportunità di essere ascoltati o difesi".
Nel luglio 2020, il PPLAAF e l'ong anti-corruzione Global Witness hanno rivelato – dopo essere stati informati da Lobanga e Malela - che un miliardario israeliano con interessi minerari e petroliferi nella RDC, Dan Gertler, sembrava "aver utilizzato una rete di riciclaggio di denaro, che si estende dalla RDC all'Europa e Israele, per eludere le sanzioni statunitensi contro di lui".
Le due ONG hanno affermato che Gertler, che è vicino all'ex presidente della RDC Kabila, aveva "aperto conti bancari nelle filiali congolesi della Afriland First Bank, che ha sede principale in Camerun".
Subito dopo questa rivelazione, la banca in questione ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Parigi (città in cui ha sede della PPLAAF) nei confronti dei suoi due ex dipendenti.
Dal 2003 la RDC osserva una moratoria delle esecuzioni capitali.

 

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