MALESIA: LA LEGGE PER LA REVISIONE DELLE CONDANNE A MORTE NON È ANCORA IN VIGORE

05 Luglio 2023 :

Circa 1.000 detenuti nel braccio della morte o che scontano il carcere a vita dovranno aspettare ancora prima di poter presentare domanda alla Corte Federale per una revisione delle loro condanne, ai sensi di una legge approvata di recente dal Parlamento malese, Free Malaysia Today ha riportato il 4 luglio 2023.
Il vice ministro della Giustizia e delle Riforme istituzionali Ramkarpal Singh ha affermato che la Legge 2023 sulla Revisione delle Condanne a Morte e del Carcere a Vita (giurisdizione temporanea della Corte Federale) ha ricevuto il consenso reale il 9 giugno ed è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 16 giugno.
"Chi richiede che la Corte riveda la propria sentenza può farlo solo dopo che il ministro ha stabilito la data di entrata in vigore della legge", ha affermato in una nota.
Ramkarpal ha detto che la divisione per gli affari legali del governo presso il Dipartimento del Primo Ministro ha tenuto diversi incontri con tutte le parti interessate per discutere il modo in cui verrà attuata la revisione una tantum.
"I dettagli del meccanismo e le linee guida saranno resi noti a tempo debito", ha aggiunto.
La legge approvata dal Parlamento conferisce al tribunale supremo poteri temporanei per rivedere le condanne a morte e all'ergastolo.
Al mese di maggio, sono 840 i detenuti che rimangono nel braccio della morte dopo che i loro ultimi appelli alla Corte Federale sono stati respinti.
Anche le richieste di 25 di loro alla Commissione per la Grazia per la commutazione della pena di morte in pena detentiva sono state respinte.
Altri 70 stanno scontando il carcere a vita, il che significa che rimarranno dietro le sbarre fino alla morte.
Si tratta di detenuti giudicati colpevoli di omicidio, traffico di droga e possesso di armi da fuoco.
In base alla legge, questi condannati devono, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della misura, presentare istanza di revisione della loro condanna davanti a un collegio di tre membri della Corte Federale, per sostituire la loro condanna con una pena detentiva compresa tra 30 e 40 anni.
La loro sentenza originale sarà mantenuta in caso di rigetto dell’istanza.
L’abolizione della pena di morte obbligatoria è entrata in vigore il 4 di luglio, il che significa che i giudici dei tribunali e delle corti d'appello hanno ora la facoltà di decidere se imporre la pena di morte o lunghe pene detentive, in base ai fatti e alle circostanze di ciascun caso.

 

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