PANNELLA: DOPO AZIZ SIANO RISPARMIATI ANCHE SUOI COMPLICI

Marco Pannella

03 Marzo 2009 :

“Quando ritenemmo necessario e indilazionabile intervenire per impedire un nuovo assassinio di Stato in Iraq ai danni di Tareq Aziz, principale responsabile di collaborazione e di sostegno del dittatore Saddam, ci decidemmo a farlo perché tutti coloro che, sino all’ultimo momento del sanguinario e disastroso regime saddamita avevano avuto contatti ufficiali, solenni, con lui in particolare in Italia e in Vaticano, non avevano mostrato di occuparsi della salvezza di questo loro onoratissimo amico e complice”. Lo afferma in una nota il leader Radicale Marco Pannella.
“A quel punto, in realtà, nulla si sapeva e tutto si temeva sulla sorte di Tareq Aziz. Uno dei suoi avvocati era fuggito in Giordania dopo l’assassinio dell’altro, mentre il tribunale speciale continuava a sfornare “giustizia” di stampo anch’esso e ancora saddamita. Ad agosto potemmo sapere, con l’Avvocato Mario Lana recatosi a Baghdad, con l’ufficioso consenso del Governo italiano e la confermata neutralità di quello Vaticano, che si stava per passare in una fase finalmente chiara degli iter processuali a carico dell’ex principale collaboratore di Saddam.
Il Governo di Baghdad intanto continuava ad essere informato della nostra ininterrotta azione di vigilanza in Italia, nelle istituzioni italiane e in quelle europee.
Oggi apprendiamo – aggiunge Pannella - la notizia della piena assoluzione e (addirittura!) della scarcerazione di Aziz, ma anche la notizia della condanna a morte di tre dei suoi coimputati fra i quali il familiare di Saddam, Ali il Chimico. Per quanto sta a noi, in particolare per il Partito Radicale e Nessuno tocchi Caino, restiamo impegnati per impedire il rapido e incontrollato passaggio ad esecuzione di questi condannati, tra l’altro testimoni e/o imputati in altri processi importantissimi.
Rivolgiamo un appello pubblico urgente alle massime autorità di Baghdad, in particolare al Presidente Talabani perché non si riprenda, anche ufficialmente, a mozzare le teste per tappare le bocche di personaggi che avrebbero sicuramente molte cose da raccontare e svelare. Se una qualche forma di assicurazione in tal senso non dovesse sia pure ufficiosamente giungerci è chiaro che dovremo tornare a dar corpo alla legalità dei diritti umani, alla Moratoria Universale proclamata dall’Assemblea Generale dell’ONU.
Speriamo davvero e vivamente che questo non si renda necessario. Ringraziamo in particolare i premi Nobel e gli esponenti politici europei e italiani che ci avevano sostenuto. Sin d’ora contiamo che grazie all’informazione (lì dove tutt’ora esista, civile, libera e democratica) si faccia comprendere all’attuale regime iracheno, perché è interesse, in primo luogo delle loro popolazioni, per decenni massacrate, con primaria responsabilità dei ceti dirigenti del paese, che tutto questo sia conosciuto”.
 

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