IRAN - Sentenza della Corte d'Appello belga sul fallito attentato contro il raduno della resistenza iraniana a Parigi

19 Maggio 2022 :

Sentenza della Corte d'Appello belga sul fallito attentato contro il raduno della resistenza iraniana a Parigi
Confermate le condanne a 18 e 17 anni.
Il presunto “capo” della cellula terroristica, Assadollah Assadi, in primo grado era stato condannato a 20 anni, e non ha presentato ricorso contro la sua condanna ritenendola illegittima in quanto Assadi (e le autorità iraniane) ritiene che la sua posizione debba essere coperta dall’immunità diplomatica. Oggi la Corte d’Appello di Anversa ha concluso il processo di secondo grado contro Nassimeh Naami, Amir Saadouni e Mehrdad Arefani, confermando, senza riduzioni di pena, le condanne emesse in primo grado (vedi NtC 3 febbraio 2021) a rispettivamente 18, 18 e 17 anni di detenzione.
Gli imputati sono accusati di aver cercato di collocare, nel 2018, una bomba sul palco delle personalità durante il raduno del National Council of Resistance of Iran (NCRI), raduno che si svolge ogni anno in Francia, a Parigi o nei dintorni. L'NCRI è l'ala politica del gruppo di opposizione iraniano in esilio Mujahedin-e Khalq (MEK), un gruppo il cui quartier generale è in Francia, che si oppone esplicitamente all’attuale governo iraniano. Il discorso principale del raduno del 2018 era stato tenuto da Rudy Giuliani, l'ex sindaco di New York City e poi avvocato personale dell’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Gli Stati Uniti hanno considerato il MEK, che in origine contrastava sia il regime dello Scià sia il regime teocratico degli Ayatollah da posizioni marxiste, un gruppo terroristico fino al 2012. Tale definizione è stata rimossa a seguito di una campagna di lobbying e all’impegno dell’organizzazione a non utilizzare metodi violenti. L'attacco al raduno è stato sventato da un'operazione coordinata tra i servizi di sicurezza francesi, tedeschi e belgi. Funzionari francesi hanno detto che Assadi era responsabile dell'intelligence nell'Europa meridionale, e agiva su ordine di Teheran. Amir Saadouni, 41 anni, e sua moglie, Nasimeh Naami, 37 anni, erano stati arrestati in Belgio la mattina del 30 giugno 2018 (alcune fonti dicono 29 giugno). La polizia belga ha intercettato la coppia belga di origine iraniana che guidava da Anversa a Parigi con un ordigno composto da 500 grammi di esplosivo TATP nascosto nel beauty case della donna, e un detonatore comandato a distanza nascosto tra gli assorbenti della donna. Secondo l’accusa erano diretti a Villepinte, nei sobborghi di Parigi, dove, nella stessa giornata del 30 giugno, gli attivisti del NCRI tenevano un importante incontro internazionale. Durante le indagini, hanno ammesso di aver ricevuto da Assadi “un pacchetto”, ma di non sapere che si trattasse di una bomba, ma tutt’al più di qualcosa che avrebbe fatto “molto rumore”. Il quarto imputato, Mehrdad Arefani, un uomo di origini iraniane e cittadinanza belga, è ritenuto dagli investigatori un infiltrato tra i simpatizzanti dei Mojahedin del popolo, e avrebbe collaborato alla preparazione dell’attentato.
Così ha commentato la sentenza d’appello la signora Maryam Rajavi, presidentessa del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana: “Il processo e la punizione dei colpevoli, sebbene necessari, non sono sufficienti. I mandanti di questo crimine, Khamenei e il presidente del suo regime Ebrahim Raisi, i ministri degli esteri e dell'intelligence dell'epoca, e altri funzionari del regime nel Consiglio supremo di sicurezza, devono essere assicurati alla giustizia senza eccezioni, altrimenti si sentiranno ulteriormente incoraggiati nei loro comportamenti criminali.
Queste sono le stesse persone che hanno commesso innumerevoli crimini terroristici negli ultimi quarant'anni, compreso l'omicidio di 1.500 giovani nella rivolta del novembre 2019, 120.000 esecuzioni politiche, compreso il massacro di 30.000 prigionieri politici nel 1988 e il saccheggio della ricchezza e delle risorse della nazione iraniana. Come al solito, ora stanno cercando di ricattare, forzare e contrattare una via d’uscita, ma devono ricevere una risposta risoluta, venendo deferiti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, alla Corte penale internazionale e, in un futuro Iran liberato, al tribunale del popolo iraniano. […] La mancata azione internazionale, con il pretesto di non voler danneggiare i negoziati sul nucleare, di fronte alle violazioni dei diritti umani e ai crimini dei mullah all'interno e all'esterno dell'Iran è un grave errore, che invia un messaggio di debolezza e incentiva il regime ad acquisire la bomba atomica.
La signora Rajavi ha chiesto la pubblicazione di tutte le informazioni e i documenti acquisiti nel caso di Assadollah Assadi e dei nomi della sua rete di agenti in Europa, contenuti in alcune sue agende. Ha esortato i servizi di sicurezza europei a smascherare altre cellule dormienti seminate dal ministero dell'Intelligence dei mullah e dalla Forza Quds, revocare il loro asilo e la cittadinanza in Europa e negli Stati Uniti e chiudere le ambasciate del regime iraniano, covi di spie e terroristi.
Su questo processo vedi anche NtC 28/11/2020, 28/01/2021, 28/01/2021

https://www.ncr-iran.org/en/ncri-statements/statement-iran-resistance/belgian-court-of-appeals-upholds-sentences-on-perpetrators-of-2018-bomb-plot-of-iranian-resistance-rally-in-paris/

 

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